
Le Cascate di Catafurco e il Paese di Galati Mamertino
Le Cascate di Catafurco a Galati Mamertino
Un percorso di quasi 4 km perlo più pianeggiante e ricco di fontane d’acqua fresca.
Coordinate: 37°59′48.44″N 14°48′22.09″E
Lungo il fiume di San Basilio troviamo la cascata del Catafurco. Essa è una cascata naturale che si forma in corrispondenza di un dislivello di circa 30 m lungo il corso del torrente San Basilio, nel parco dei Nebrodi in territorio del comune di Galati Mamertino, comune siciliano della città metropolitana di Messina, in Sicilia.
Alla base della cascata le acque si raccolgono in una cavità naturale, scavata nella roccia, chiamata Marmitta dei Giganti, dove, nella bella stagione, è possibile bagnarsi.
uscire a Sant’Agata di Militello. Da qui bisogna entrare nell’omonimo paese e seguire le indicazioni per Galati Mamertino. Entrati a Galati, seguite la segnaletica stradale verso Alcara Li Fusi. Per arrivare al punto di partenza dell’escursione bisogna recarsi nella frazione di Galati Mamertino San Basilio. Da qui, bisogna imboccare Portella Gazzana.
A partire da Portella Gazzana inizia un percorso naturalistico che si snoda attraverso diversi punti di interesse. Il primo è il caratteristico e disabitato villaggio agro-pastorale di Mulisi, sovrastato da un’imponente roccia. Da questo punto in poi si procede a piedi totalmente immersi nella natura accompagnati da un panorama mozzafiato fino al raggiungimento della meta: delle cascate di una bellezza disarmante che non ci si aspetta di vedere.
Al di sotto, facendo solo qualche passo, si può ammirare una piccola grotta, al cui interno è oggi presente una piccola statua che rappresenta la Madonna.
Cosa c’è da vedere a Galati Mamertino?
Oltre queste celebri cascate dei Nebrodi, cosa c’è da vedere a Galati Mamertino? Ebbene, nonostante si tratti di un piccolo comune, ha molto da offrire a chi voglia visitarlo. Ad iniziare dal Museo della Musica e da quello etnoantropologico. Si possono visitare i ruderi dell’antico castello, il palazzo del Principe e il parco Robinson, che si trova nei pressi della piscina comunale e sorge in un’attrezzata nella quale fare pic-nic all’aria aperta immersi nella caratteristica natura del Parco dei Nebrodi.
La sua conformazione urbanistica ricorda un’aquila ad ali spiegate che spicca il volo in direzione settentrionale.
È un comune del Parco dei Nebrodi che dista circa 95 chilometri ad ovest da Messina e circa 150 ad est da Palermo.
Il comune nebroideo si trova ad un’altezza di 810 metri sul livello del mare ed è uno dei “quattru paisi di li funci” insieme a Mirto, Frazzanò e Longi. È un centro per lo più agricolo che vanta numerosi tesori e che conserva ancora un assetto urbanistico tipico dei quartieri medievali. Il territorio è ricco di noccioleti ed uliveti, faggete e querceti. Il centro cittadino si snoda tra la principale Piazza San Giacomo e la Chiesa Madre.
La fondazione di Galati Mamertino non ha una precisa collocazione nel tempo, ma uno storico locale la fa risalire alla calata di Ducezio, un condottiero dell’antica epoca siculo-greca proveniente da Siracusa. Il nome di Galati, dall’arabo Qal’at che vuol dire rocca, si riferirebbe alla rupe su cui sorge il paese; l’appositivo Mamertino invece si ricollega ad un antico popolo siculo che si professava discendente del Dio Marte. Il borgo sorge in età araba normanna e sin dall’inizio del Rinascimento fu una città murata, con cinta muraria avente due porte: la Porta Marina che sorge nei pressi della Chiesa di S.Caterina, e la Porta Montana, vicino alla chiesa di S.Martino, oggi del Rosario. La strada d’accesso al paese, sin dall’antichità, saliva dalla contrada Paratore e penetrava nel centro abitato dal quartiere del Fondaco, ove vi era l’unica fontana di acqua potabile (l’odierna ‘a Funtana) che doveva essere inglobata all’interno della cinta muraria. Museo etnoantropologico
All’interno vi è custodito il calco di un elefante nano alto circa 2 metri, vissuto in Sicilia circa 200.000 anni fa, trovato a Carini, l’originale è custodito nel museo Gemmellaro di Palermo. Una delle feste più importanti di Galati Mamertino è sicuramente quella dei tre santi, ovvero S.Giacomo, S.Rocco e il SS. Crocifisso e tra le tante altre, questa è la più sentita, partecipata e vissuta. I festeggiamenti, in modo congiunto, si fanno risalire al 1860 per celebrare la liberazione del Regno Borbonico e l’unità al Regno d’Italia, questo affermato da alcuni studiosi di storia locali. Altri, invece, li fanno risalire al XVIII secolo. Molto probabilmente però la festa si è svolta sino al 1860 in tono minore, mentre a partire da quell’anno ricevette nuovo impulso sino a divenire la festa religiosa più significativa della cittadinanza. Le chiese in questione, ubicate in quartieri differenti del centro storico del paese, sono tre e i festeggiamenti si caratterizzano per le diverse processioni che si svolgono sempre con grande concorso dei fedeli e durano dal 23 al 26 agosto. Festa di San Giacomo
Molto importante per la cittadinanza Galatese è anche la Festa di San Giacomo, Santo patrono del paese. Viene festeggiato il 25 luglio, ma la festa inizia il giorno prima con il giro per le vie del paese della reliquia accompagnata dal corpo bandistico. Il giorno seguente è la volta della statua che, dopo essere stata collocata su una vara che gli fa da baldacchino, viene portata a spalla dai devoti. Tra tutte, questa è l’unica festa che vede il Santo girare per tutto il paese, a differenza delle altre che si svolgono solo in alcuni tratti del piccolo centro storico. Area del capriolo
Ha una superficie di 22.750 m² e si trova a 905 metri s.l.m. È un’area di semicattività nella quale sono ospitati un gruppo di caprioli provenienti dal Parco Boschi di Carrega che vivono tra alberi di vario tipo, principalmente castano e cerro. Sotto queste distese boschive oltre alle abbondantissime felci, crescono il rovo, la rosa canina, la dafne, la ginestra dei carbonai ed il prugnolo. L’area ed i sentieri che la circoscrivono si prestano a attività di educazione ambientale e di fruizione sostenibile. All’interno dell’area è presente inoltre un rifugio montano nel quale si svolgono attività laboratoriali per scolaresche.

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