Calendario escursioni

Passeggiare il Centro Storico

Percorso Facile:

Durata: 2 ore circa
Difficoltà: Adatta a tutti
Data e ora partenza: ore 10.30
Punto di ritrovo:Ristorante”Ritrovo dei Re” via Principe Umberto 113

Servizio navetta: su richiesta
Tariffa servizio guida:  in base al numero di partecipanti

Si parte alle ore 10.30 – Percorrendo le vie del Borgo possiamo osservare delle chicche che testimoniamo come Montalbano abbia goduto della presenza di Notabili e studiosi e sia stato il centro culturale dell’intera zona; Percorrendo il centro storico incontreremo alcuni balconi di notabili in cui si evincono l’appartenenza di rango dei proprietari appartenenti al Tribunale e ai ranghi dell’alta prelatura; risalendo la via,  sulla sinistra incontriamo la chiesetta di S. Caterina che risale al 1200 Pare che anticamente sia stata costruita questa chiesa sulle mura di un avamposto fortificato delle antiche mura; percorriamo la strada per il castello e troviamo dei fabbricati sulla destra che sembra fossero dedicati alle stalle esterne e delle locande che venivano utilizzate dai viandanti; risaliamo il Castello sede di Federico II di Svevia, distrutto per una ribellione degli abitanti e in seguito ricostruito da Re Federico II d’Aragona nel 1300; Montalbano ha sempre rappresentato il luogo di transito di popolazioni ed eserciti che intendevano inoltrarsi all’interno della sicilia. Per questo motivo Montalbano ha sempre goduto di privilegi e attenzioni di molto regnanti. Superando senza entrarvi il Castello, incontriamo la Matrice elevata a Basilica Minore da Giovanni Paolo II con una storia che risale da un antico tempio greco con una evoluzione architettonica fino ai giorni nostri.

ore 11.15 – Accanto troviamo il Museo fotografico Eugenio Belfiore, A seguire incontriamo il Portello del Belvedere, un arco in pietra che accede ad un terrazzo sulle isole Eolie con una vista di particolare Bellezza, particolarmente nei suggestivi  tramonti di estate.

ore 11.45 – Scendendo troviamo il museo Medievale “MedioExpo” della sua creatrice Katia Foti, troviamo la riproduzione di oltre 100 vestiti medievali di pregevole fattura, di monili e biancheria intima di un tempo. Le attrezzatura per la costruzione di armature, scarpe in cuoio, ecc. Antichi strumenti di filatura e tessitura e le erbe e gli estratti coloranti che un tempo si adoperavano per le colorazioni dei tessuti.

ore 12.00 – Scendiamo per il quartiere Livatera uno degli ultimi quartieri in ordine di tempo in epoca medievale. Si ritora per incontrare una piccola chiesetta:

ore 12.15 – La “Chiesetta dello Spirito Santo” del 1300 circa. Alcuni effigi fanno pensare ai cavalieri Templari e ai Catari protetti da questi.

Ma gli aspetti culturali si allargano ai giorni nostri, oggi oltre la natura a distinguersi in queste terre troviamo la fattura della lavorazione del formaggio e/o del pane, visitare i caseifici è sempre una esperienza suggestiva che va fatta una volta nella vita.

 

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“L’ospite è sacro”

L’ospite è sacro, sin dai tempi antichi, il forestiero era considerato una persona da accogliere nella propria “casa” con tutti gli onori e le attenzioni. E quando si parla della propria casa si intende nella propria intimità di persone, dove lo scambio di esperienza può avvenire alla pari. Si desinava insieme e si parlava, ci si confrontava, era una fonte di informazioni per tutto ciò che non si conosceva, parlare con L’ospite rappresentava il momento più importante dell’Incontro con il forestiero, con il diverso. La cultura di un tempo dava molta importanza all’ospitalità. Oggi riteniamo di non avere bisogna di imparare dalle persone concrete, pensando che Internet e tutto il mondo da esso scaturente sia sufficiente a colmare il nostro bisogno di sapere, di fare nostra l’esperienza dell’altro, del nostro vissuto. Ma in effetti internet non è in grado di trasferirci tutta l’esperienza, internet ci da soltanto delle nozioni che non sono la stessa cosa della comunicazione di una esperienza ricca di quel carico umano ed esperienziale in grado di essere trasferito e condiviso da chi ascolta.

Ospitare una persona o più persone vuol dire garantire che possa avvenire lo scambio di esperienza, una comunicazione umana essenziale affinché l’ospitalità sia tale nel suo valore.

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La magia del Cibo

1.      Il Cibo ha una dimensione relazionale importantissima nella storia della vita sociale umana: La dimensione relazionale del Cibo la cogliamo prima con il territorio, il suo paesaggio,  la cultura  della gente che lo ha abitato e della storia e le tradizioni che lo hanno caratterizzato. Il cibo ci fa entrare in relazione con chi lo ha preparato, con gli ingredienti che compongono ogni pietanza, ogni ingrediente porta un messaggio dai luoghi da cui esso proviene, gli ingredienti utilizzati e le modalità della loro preparazione della cucina  che lo ha trasformato in cibo caratterizzano il messaggio della pietanza.  Il cibarsi diventa un momento non solo di sostentamento ma anche di conoscenza, reciprocità, attenzione – uno stimolo ad una maggiore convivialità con i compagni di tavola. . In questo modo si ridà significato e importanza a un gesto fondamentale della nostra vita, che troppo spesso consideriamo usuale e scontato.

2.      Il Cibo ha una memoria, porta scritto nelle suo DNA ed RNA la storia di come è arrivato a noi, di chi l’ha coltivato, contaminando l’energia di ogni commensale, in bene e in male. Il  cibo oltre il nutrire e a soddisfare “un peccato di gola”, aiuta a ricomporre memorie, intessere relazioni e a condurre, da ultimo, al “perdono” (senso da dare al Dono di se stessi nella Comunità dei Viventi, non come aspetto sacrificale bensì come componente essenziale  e dinamico all’interno della comunità dei Viventi)». 

3.      Ogni pietanza ha una storia antica che appartiene ai luoghi di provenienza, alla cultura culinaria di ogni tempo, essi hanno sostenuto e accompagnato generazioni fino ai giorni nostri. Ma i piatti di un tempo si adattano ai tempi di oggi. Oggi la vita esige meno proteine e piu fibre, e più vitamine . Alcuni piatti vengono adattati ai gusti che sono cambiati, vedi l’uso del pecorino soppiantato dal parmigiano e dal grana. Alcuni ingredienti non si usano quasi più e molti altri sono entrati in cucina introdotti da altre culture culinarie. Ma i piatti rivisitati sono capaci di raccontare la propria storia. Un esempio, la porchetta era all’origine un piatto delle famiglie nobili, consisteva nel riempire un maialino di verdure e altre carni, uova e formaggi, passato alla griglia o nei sughi a base di verdure. Nel tempo la ricetta è diventata più popolare e alla portata di tutti. Semplicemente costituita da un impasto di carne, uova, formaggio e verdure avvolta nella cotenna di maiale e cotta nel sugo o in arrosto al forno.

4.      Il cibo come relazione: sedersi a tavola insieme, condividendo il cibo, stando seduti attorno ad un tavolo, è stato un sempre un modo per sentirsi in “Comunità” o occasione di componimento di diatribe. Attorno alla tavola il concetto di comunità assume il suo siginificato piu pieno e intesa come Universo di “Esseri viventi”, per percepirne i valori e le differenze di cui essa si alimenta e tutte le relazioni che si costituiscono al suo interno. La tavola diventa il luogo eletto dello stare piacevolmente insieme, dove è facile che vengano fuori aspetti  di solidarietà ma anche aspetti conflittuali, il consumo di un pasto attorno alla tavola costituiscono un momento ed un luogo privilegiato “Vero” di Umanità.

5.      Nell’incontro dei diversi sapori degli ingredienti si ottiene una buona pietanza.  Al “Ritrovo dei Re” non possono mancare i piatti vegetariani. La “pasta all’Ortolana” è uno dei nostri piatti piu richiesti in particolare da chi non mangia carne. Il Segreto è una cottura al momento dell’ordinazione. Un piatto leggero ricco di sapori, vitamine e di sali minerali, particolarmente richiesto in estate. In inverno proponiamo la pasta con crema di broccoli, o con crema di carciofi ai funghi porcini essiccati o freschi, pasta con la crema di Zucca e funghi, ecc. Per gli amanti del Formaggio proponiamo i nostri formaggi piu tipici come la Provola di Montalbano con un salmariglio (pinzimonio) a base di finocchietto e nocciole; Oppure la fonduta dei formaggi di montalbano, o i formaggi passati in griglia.

6.      Mangiare è un gesto individuale ma piace farlo assieme ad Altri. Abbiamo necessità di  forme conviviali, sociali e relazionali. Per tanti è un rito, è un godimento, una necessità, per Altri, talvolta, un lusso. Al “Ritrovo dei Re” ci piace servire un cibo che sappia raccontare una storia di socialità, in grado di poterci accomunare con gli Altri commensali. Già nella fase di preparazione della pietanza il nostro Cuoco, come un sacerdote, racconta una storia che va letta sul tavolo del commensale. Cogliendo gli ingredienti che lo compongono nella scelta del Km0, della stagionalità dei prodotti e della loro genuinità cioè coltivati senza chimica, ricorrendo a ciò che la natura ci mette a disposizione e attraverso la scelta di cucinare il meglio che si trova tra i prodotti dei contadini locali. Le tavolate, per chi lo volesse, sono una delle nostre proposte di convivialità da sperimentare tra persone che non ci si conosce, un modo di fare nuove amicizie e sperimentare gesti di condivisione.

 

Per informazioni e per poter partecipare e organizzare la tua permanenza telefona a Rosaria tel. 3467654897, oppure tramite email: handmademontalbanoelicona@gmail.com

 

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Il Cibo ci mette in relazione con il Territorio, con il paesaggio, con la cultura del luogo e la sua “Bellezza”

La dimensione relazionale del Cibo è anche quella col territorio, col paesaggio,  la cultura  dei luoghi e la loro storia, con il lavoro di chi ha preparato il cibo e degli ingredienti che compongono ogni pietanza, il cibo fonde con i luoghi di cui esso è espressione, con la cucina  che lo ha trasformato in cibo. Un rapporto positivo col cibo – che vuol dire conoscenza, reciprocità, attenzione – uno stimolo ad una maggiore convivialità con i compagni di tavola. . In questo modo si ridà significato e importanza a un gesto fondamentale della nostra vita, che troppo spesso consideriamo usuale e banale.

I legumi del Ritrovo dei Re

Un piatto tra i piu antichi, hanno accompagnato da sempre presenti nella cucina . Un Vegetale ricco di proteina e di fibra, oggi meno considerato come piatto da ristorante, ma conserva delle proprietà salutistiche importantissime e li consigliamo ai nostri ospiti per una scelta salutare. Lo troverete sempre Nel menu del ristorante “Il Ritrovo dei Re”. Lo abbiamo rivisitato con alcuni ingredienti molto presenti sul territorio di Montalbano Elciona. I legumi li mettiamo a cottura lenta con diversi aromi del luogo, Alloro, sedano, cipolla, carota, rosmarino. gli Aromi servono a rendere piu digeribili le pietanze. Oltre al condimento con Olio extravergine di Oliva, inseriamo il finocchietto selvatico e le nocciole tostate, due ingredienti che valorizzano queste pietanze. Talvolta a seconda dei periodi, specie in estate, inseriamo nella ricetta dei legumi del pomodoro maturo fresco insieme al pesto di finocchietto e le nocciole tostate. Non mancano altri legumi, il macco di fave, i fagioli borlotti, i ceci.

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Condividere il Cibo è un bisogno di relazione.

Al “Ritrovo dei Re” Condividere il cibo è il primo modo per sperimentare la relazione che abbiamo con la nostra “Madre Terra” o e con gli altri esseri viventi. La gratitudine che esprimiamo per assumere il cibo condiviso ci induce ad una riflessione sul nostro personale impegno di contribuire a“Nutrire il pianeta”, è l’appello a un nuovo modo di configurare i rapporti fra tutti gli esseri viventi e tra i popoli. In ogni caso dev’essere chiaro che a parlare di cibo non si puo parlare solo di calorie. Il cibo è benzina per ognuno di noi ma è anche  relazione che è condizione essenziale per la nostra esistenza.

Il Sugo nel Piatto

Non possono mancare i piatti a base di carne, ancora molto ricercati dai nostri ospiti, ottenuti da una cottura lunga e lenta, come facevano una volta le nostre nonne, per sciogliere i sapori nel sugo di pomodoro o in bianco (Agglassato che è un piatto medievale). Sono piatti aromatizzati con erbe antiche, rosmarino, salvia, alloro, pepe, ecc. Sono piatti ottenuti con derivati da animali, oggi vi è una tendenza ad una drastica riduzione verso piatti a base di vegetali, decisamente con una digeribilità meno impegnativa. Oggi si tenta di limitare l’impiego delle carni e dei derivati animali nelle diete. Al Ritrovo dei Re seguendo le antiche ricette si predilige la digeribilità dei sughi evitando certi passaggi di cottura che ne appesantiscono la digeribilità pur conservando i sapori di un tempo.

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Il Cibo ci racconta……! al “Ritrovo dei Re”

Il Cibo ha una memoria, porta scritto nelle suo DNA ed RNA la storia di come è arrivato a noi, di chi l’ha coltivato, contaminando ogni commensale della sua energia, in bene e in male. Il  cibo oltre il nutrire e a soddisfare “un peccato di gola”, aiuta a  ricomporre memorie, intessere relazioni e a condurre, da ultimo, al “perdono” (senso da dare al Dono di se stessi nella Comunità dei Viventi, non come aspetto sacrificale bensì componente essenziale della comunità dei Viventi)».

Ogni piatto ha una storia antica che appartiene ai luoghi di provenienza, alla cultura culinaria di ogni tempo, essi hanno sostenuto e accompagnato generazioni fino ai giorni nostri. Oggi la vita esige meno proteine e piu fibre, e vitamine . Alcuni piatti vengono adattati ai gusti che sono cambiati, vedi l’uso del formaggio pecorino soppiantato dal parmigiano e dal grana. Alcuni ingredienti non si usano quasi più e nuovi altri ingredienti sono entrati in cucina introdotti da altre culture culinarie. Ma i piatti rivisitati sono capaci ancora di raccontare storie. La porchetta ad esempio un piatto un tempo delle famiglie nobili, consisteva nel riempire un maialino di verdure e altre carni, uova e formaggi, passato alla griglia o nei sughi a base di verdure. Nel tempo la ricetta è diventata più popolare e alla portata di tutti. Semplicemente costituita da un impasto di carne, uova, formaggio e verdure avvolta nella cotenna di maiale e cotta nel sugo o in arrosto al forno e successivamente alla cotenna si è sotituita una fetta di carne.

Il Cibo risente del clima che varia in ogni ogni zona. Ma esistono anche altre variabili. L’attenzione dell’Agricoltore nel favorire il nutrimento del frutto puo avere un significativa variabilità nelle sue caratteristiche organolettiche, nutritive e nel suo sapore. Come anche puo avere un effetto piu o meno salutistico se l’agricoltore abbia adottato tecniche di controllo chimico delle patologie oppure azioni meno invasive come la prevenzione biologica. Ci sono studi che sostengono che le piante hanno memoria delle energie negative di altri esseri viventi con cui sono rimasti a lungo in contatto che determinano in esse delle variazioni nelle proprie caratteristiche organolettiche e salutistiche.

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Il Cibo per vivere o Vivere per cibarsi..

La Tavola è un occasione privilegiata per ripensare a gesti che ci confermano esseri in Relazione. Tutto ciò si esprime a tavola, in modo particolarmente immediato ed efficace, data la centralità che il cibo occupa nella esperienza quotidiana, il cibo oltre che essere ritenuto essenziale per vivere, ci trasmette intimamente una relazione con l’ “Universo”, é il momento quando una parte dell’Universo diventa parte intima di noi stessi. Consapevoli che a nostra volta siamo parte costitutiva dell’Universo, e per questo, il cibo incarna e riassume i valori centrali ed essenziali della nostra esistenza.

Al Ritrovo dei Re, l’infinito nel piatto

I sapori che possiamo esprimere in Sicilia sono infiniti, la Sicilia da sola è il territorio con piu varietà vegetazionale di tutta la terra. Una terra capace di produrre quasi di tutto. I sapori trovano combinazioni infinite e un buon sapore è quasi sempre legato alle buone capacità nutrizionali. Ma i sapori non dicono tutto quello che c’è da sapere in un piatto, le ricette raccontano la storia del tempo, spesso sono piatti nati nelle cucine dei ceti piu poveri della popolazione, come il baccalà e lo stocco con le patate, o la parmigiana, o la pasta con le sarde, o piatti piu importanti come arrosti e carni alle griglie e dessert che sono nati nelle cucine delle case nobiliari.

Sugo in bianco o Agglassato di Vitello

Una ricetta antica che richiede una cottura delle carni per diverse ore, dopo essere stata rosolata con aglio e sfumata con il vino bianco. Una aggiunte consistente di cipolle e aromatizzata con erbe aromatiche (rosmarino, salvia, Alloro). Si ottiene un Sugo dai sapori intensi, una volta sgrassato costituisce il condimento dei maccheroni fatti in casa o un un buonissimo secondo di carne.

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Mangiare…!, un gesto di cui abbiamo bisogno….

Mangiare è un gesto individuale; ma piace farlo assieme ad Altri. Abbiamo necessità di  forme conviviali, sociali e relazionali. Per Tanti è un rito, è un godimento, una necessità, per Altri, talvolta, un lusso. Al “Ritrovo dei Re” ci piace servire un cibo che sappia raccontare una storia di socialità, in grado di poterci accomunare con Altri commensali. Già nella fase di preparazione della pietanza il nostro Cuoco, come un sacerdote, racconta una storia attraverso e oltre il “cibo” che ha preparato, attraverso gli ingredienti che lo compongono nella scelta del Km0, della stagionalità dei prodotti e della loro genuinità e senza chimica, ricorrendo a ciò che la natura ci mette a disposizione e attraverso la scelta di cucinare il meglio che si trova tra i prodotti dei contadini locali.

I funghi Filera Crescono nel Bosco, nei Noccioleti, sono molto buoni e salutistici, di solito Li proponiamo semplici, trifolati con un trito di aglio in olio Extra vergine di oliva e prezzemolo, ma i modi di cucinare sono tanti, con il pomodoro, impanati, alla griglia, ecc.

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