“L’ospite è sacro”

L’ospite è sacro, sin dai tempi antichi, il forestiero era considerato una persona da accogliere nella propria “casa” con tutti gli onori e le attenzioni. E quando si parla della propria casa si intende nella propria intimità di persone, dove lo scambio di esperienza può avvenire alla pari. Si desinava insieme e si parlava, ci si confrontava, era una fonte di informazioni per tutto ciò che non si conosceva, parlare con L’ospite rappresentava il momento più importante dell’Incontro con il forestiero, con il diverso. La cultura di un tempo dava molta importanza all’ospitalità. Oggi riteniamo di non avere bisogna di imparare dalle persone concrete, pensando che Internet e tutto il mondo da esso scaturente sia sufficiente a colmare il nostro bisogno di sapere, di fare nostra l’esperienza dell’altro, del nostro vissuto. Ma in effetti internet non è in grado di trasferirci tutta l’esperienza, internet ci da soltanto delle nozioni che non sono la stessa cosa della comunicazione di una esperienza ricca di quel carico umano ed esperienziale in grado di essere trasferito e condiviso da chi ascolta.

Ospitare una persona o più persone vuol dire garantire che possa avvenire lo scambio di esperienza, una comunicazione umana essenziale affinché l’ospitalità sia tale nel suo valore.

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