LA MIA SICILIA SCONOSCIUTA Dedica a Montalbano Elicona.

 

Montalbano è una conquista.
Arrivarci non è agevole: strade sconnesse, piene di buche, che si inerpicano sui monti per ridiscendere e risalire. Per certi versi mi ricorda il viaggio all’interno dell’Abruzzo, dove l’andare era forzatamente lento e ci apriva a paesaggi improvvisi. E anche qui .
L’ Etna svetta ancora alle nostre spalle. Mandrie al pascolo, cavalli che ci osservano curiosi, campi immensi di cardi violetti. I megaliti dell’Argimusco lanciano il loro richiamo. C’è un’aura di intensa spiritualità in questo sito così aperto, quasi senza confini, dove la fa da padrone il vento, che accarezza un bosco di felci.
Questa è la mia Sicilia. Sconosciuta.
Montalbano vive nei suoi anziani seduti sull’uscio a prendere il fresco, mentre i ragazzini inseguono la palla lungo le viuzze.
Il dialetto è un segno di appartenenza, la chiave che apre agli incontri. Sono siciliana anch’io- vivo al nord – anche i miei figli sono andati via … chiacchieriamo…. seduta sul pisolo davanti all’uscio. Come cinquant’anni fa. Stralci di paesaggio si intrufolano tra le case, origliano, sbirciano le nostre parole e i nostri gesti. Montagne azzurrine, pale eoliche che girano…
Abbiamo visitato il castello di Federico, imponente, con lo sguardo che vaga sulla bella vallata, le linee dei monti a volte morbide, altre più aspre e tormentate, tra Nebrodi e Peloritani, senza soluzione di continuità.
Montalbano vive nei suoi vicoli stretti e negli slarghi inaspettati, nei vasi fioriti e negli spigoli. Dettagli. C’è sempre qualcosa di magico dietro l’angolo. Bellissime chiese, essenziali, autentiche. Scalini verso il cielo. Affacci struggenti. Portali in pietra ricamata, balconi in ferro battuto.
I tetti si inseguono e si incastrano gli uni negli altri, così le case, sembrano emanare dalla roccia, come appena sbozzate.
Camminiamo lentamente. Sul selciato rimangono ancora i disegni dell’insabbiata, pochi tratti,linee guida su cui comporre e creare ogni anno nuove storie.
I nostri ospiti ci hanno accolto con un sorriso e un abbraccio. È bello il loro progetto, coinvolge la comunità, per dare ai giovani prospettive di possibilità.
Il Sud è anche questo: sapersi inventare o andare via. Per ritornare ogni giorno con la mente e col cuore, perché un paese è per sempre e “anche quando non ci sei resta ad aspettarti”.
Il Belvedere toglie il respiro. Laggiù c’è il mare. Strano pensarlo verso nord. La costa incomincia a pulsare e i miei occhi lacunosi mi regalano aloni diffusi. Sono stelle cadute dal cielo, segnano spazi, donano sogni. Orizzonti mutevoli e inafferrabili.
Amica mia, mia cara, non sono una brava cacciatrice di lune come te. Non so scovare lune “stralunate” d’azzurro o velate di rosso ma, forse, intuisco la pace che riesce a sfiorarti in questi luoghi. La luna stasera sorride con tenerezza.
Per tutto il pomeriggio il vento ha giocato con le nuvole. Le ha strapazzate,le ha sbattute, per poi ritrovarle ed abbracciarle ancora. È un vento che stravolge, che sferza e fa male, che porta memorie. Eppure, tutto ciò che è passato non è stato perduto se continua a vivere così potente. E Montalbano, borgo tra i borghi, è il paese di ognuno di noi, che ci ha coccolati e protetti, che ci ha accompagnato per mano attraverso la frenesia che rischiava di travolgerci. Con il silenzio dei vecchi che aspettano e il chiacchiericcio allegro dei bambini, il profumo della terra e le macchie rosse dei gerani.
La sera è scivolata nella notte.
La luce fioca dei lampioni si frantuma, si fa polvere e ricopre d’oro le antiche pietre.

Autore Puglisi Gaetana – 2018

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