Febbraio 2020

Le Persone speciali chi sono?

Le Persone Speciali sono quelle persone, che usano volgere lo sguardo al cielo prima che sui propri piedi ben poggiati sulla terra, sono quelle persone che non tollerano una vita fondata sulle apparenze, sono quelle persone che amano  e aspirano vivere una vita vera, che non si arrendono ai propri limiti e che Amano dare e fare fiorire la Vita attorno a Se, sono quelle persone sincere, che non svendono il proprio modo di essere al Potere e agli interessi, sono quelle persone che amano la giustizia e che la vivono e la condividono con altre persone, sono quelle persone che hanno il coraggio di scommettersi per essere se stesse, che rifiutano i vincoli e i luoghi comuni della comunità in cui vivono, sono quelle persone che si assumono la responsabilità del proprio pezzo di “Creato” e di vivere insieme ad Altri il meglio di se stessi, Sono quelle persone che amano seguire i propri sogni. Per questo non conta essere Belli o invalidi, o con un passato e la fedina penale poco pulito, o un passato di fallimenti, conta quello che vuoi essere adesso, conta intraprendere un cammino di consapevolezza, di potere vivere un altra occasione di vita insieme ad Altri per il Bene e per La VITA.

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CLASSIFICAZIONE DELLE DIFFICOLTA’ PER ESCURSIONISMO

L’indicazione delle difficoltà di un itinerario è data per facilitare la scelta di un’escursione. Serve in primo luogo per evitare ad escursionisti ed alpinisti di dover affrontare inaspettatamente passaggi superiori alle loro capacità o ai loro desideri. Nonostante una precisa ricerca la valutazione delle difficoltà rimane essenzialmente indicativa e va considerata come tale.
DIFFICOLTA’ ESCURSIONISTICHE:  secondo una delle Tabelle CAI
T = turistico   Itinerari su stradine, mulattiere o comodi sentieri, con percorsi ben evidenti e che non pongono incertezze o problemi di orientamento. Si svolgono in genere sotto i 2000 m e costituiscono di solito l’accesso ad alpeggi o rifugi. Richiedono una certa conoscenza dell’ambiente montano e una preparazione fisica alla camminata.    
E = escursionistico   Itinerari che si svolgono quasi sempre su sentieri, oppure su tracce di passaggio in terreno vario (pascoli, detriti, pietraie), di solito con segnalazioni; possono esservi brevi tratti pianeggianti o lievemente inclinati di neve residua, quando, in caso di caduta, la scivolata si arresta in breve spazio e senza pericoli. Si sviluppano a volte su terreni aperti, senza sentieri ma non problematici, sempre con segnalazioni adeguate. Possono svolgersi su pendii ripidi; i tratti esposti sono in genere protetti (barriere) o assicurati (cavi). Possono avere singoli passaggi su roccia, non esposti, o tratti brevi e non faticosi né impegnativi grazie ad attrezzature (scalette, pioli, cavi) che però non necessitano l’uso di equipaggiamento specifico (imbragatura, moschettoni, ecc.). Richiedono un certo senso di orientamento, come pure una certa esperienza e conoscenza del territorio montagnoso, allenamento alla camminata, oltre a calzature ed equipaggiamento adeguati.    
EE = per escursionisti esperti   Itinerari generalmente segnalati ma che implicano una capacità di muoversi su terreni particolari. Sentieri o tracce su terreno impervio e infido (pendii ripidi e/o scivolosi di erba, o misti di rocce ed erba, o di roccia e detriti). Terreno vario, a quote relativamente elevate (pietraie, brevi nevai non ripidi, pendii aperti senza punti di riferimento, ecc.). Tratti rocciosi, con lievi difficoltà tecniche (percorsi attrezzati, vie ferrate fra quelle di minor impegno). Rimangono invece esclusi i percorsi su ghiacciai, anche se pianeggianti e/o all’apparenza senza crepacci (perché il loro attraversamento richiederebbe l’uso della corda e della piccozza e la conoscenza delle relative manovre di assicurazione). Necessitano: esperienza di montagna in generale e buona conoscenza dell’ambiente alpino; passo sicuro e assenza di vertigini; equipaggiamento, attrezzatura e preparazione fisica adeguati.  
EEA = per escursionisti esperti con attrezzatura   Percorsi attrezzati o vie ferrate per i quali è necessario l’uso dei dispositivi di autoassicurazione (imbaragatura, dissipatore, moschettoni, cordini) e di equipaggiamento di protezione personale (casco, guanti).   EEA – F ( ferrata Facile) Sentiero attrezzato poco esposto e poco impegnativo con lunghi tratti di cammino. Tracciato molto protetto, con buone segnalazioni, dove le strutture metalliche si limitano al solo cavo o catena fissati unicamente per migliorare la sicurezza.   EEA – PD ( ferrata Poco Difficile) Ferrata con uno sviluppo contenuto e poco esposta. Il tracciato è di solito articolato con canali, camini e qualche breve tratto verticale, facilitato da infissi come catene, cavi, pioli o anche scale metalliche.   EEA – D ( ferrata Difficile)   Ferrata di un certo sviluppo che richiede una buona preparazione fisica e una buona tecnica. Il tracciato è spesso verticale ed in alcuni casi supera anche qualche breve strapiombo, molto articolato, con lunghi tratti di esposizione; attrezzato con funi metalliche e/o catene, pioli e/o scale metalliche.     
EAI = escursionismo in ambiente innevato.   Itinerari in ambiente innevato che richiedono l’utilizzo di racchette da neve, con percorsi evidenti e riconoscibili, con facili vie di accesso, di fondo valle o in zone boschive non impervie o su crinali aperti e poco esposti, con dislivelli e difficoltà generalmente contenuti che garantiscano sicurezza di percorribilità.   F: facile – M: media – D: difficile    
ALPINISTICA:   I percorsi alpinistici, in quanto tali, si snodano prevalentemente fuori sentiero; richiedono buon allenamento,esperienza di montagna, uso attrezzatura tecnica. Qualsiasi difficoltà alpinistica è da considerare superiore a quelle escursionistiche, richiede conoscenza delle manovre di cordata, l’uso corretto di piccozza e ramponi ed esperienza di alta montagna. Esistono molte classificazioni delle difficoltà alpinistiche (su roccia, in arrampicata artificiale, in arrampicata mista ecc.) per cui non vengono qui elencate.

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Passeggiare il Centro Storico

Percorso Facile:

Durata: 2 ore circa
Difficoltà: Adatta a tutti
Data e ora partenza: ore 10.30
Punto di ritrovo:Ristorante”Ritrovo dei Re” via Principe Umberto 113

Servizio navetta: su richiesta
Tariffa servizio guida:  in base al numero di partecipanti

Si parte alle ore 10.30 – Percorrendo le vie del Borgo possiamo osservare delle chicche che testimoniamo come Montalbano abbia goduto della presenza di Notabili e studiosi e sia stato il centro culturale dell’intera zona; Percorrendo il centro storico incontreremo alcuni balconi di notabili in cui si evincono l’appartenenza di rango dei proprietari appartenenti al Tribunale e ai ranghi dell’alta prelatura; risalendo la via,  sulla sinistra incontriamo la chiesetta di S. Caterina che risale al 1200 Pare che anticamente sia stata costruita questa chiesa sulle mura di un avamposto fortificato delle antiche mura; percorriamo la strada per il castello e troviamo dei fabbricati sulla destra che sembra fossero dedicati alle stalle esterne e delle locande che venivano utilizzate dai viandanti; risaliamo il Castello sede di Federico II di Svevia, distrutto per una ribellione degli abitanti e in seguito ricostruito da Re Federico II d’Aragona nel 1300; Montalbano ha sempre rappresentato il luogo di transito di popolazioni ed eserciti che intendevano inoltrarsi all’interno della sicilia. Per questo motivo Montalbano ha sempre goduto di privilegi e attenzioni di molto regnanti. Superando senza entrarvi il Castello, incontriamo la Matrice elevata a Basilica Minore da Giovanni Paolo II con una storia che risale da un antico tempio greco con una evoluzione architettonica fino ai giorni nostri.

ore 11.15 – Accanto troviamo il Museo fotografico Eugenio Belfiore, A seguire incontriamo il Portello del Belvedere, un arco in pietra che accede ad un terrazzo sulle isole Eolie con una vista di particolare Bellezza, particolarmente nei suggestivi  tramonti di estate.

ore 11.45 – Scendendo troviamo il museo Medievale “MedioExpo” della sua creatrice Katia Foti, troviamo la riproduzione di oltre 100 vestiti medievali di pregevole fattura, di monili e biancheria intima di un tempo. Le attrezzatura per la costruzione di armature, scarpe in cuoio, ecc. Antichi strumenti di filatura e tessitura e le erbe e gli estratti coloranti che un tempo si adoperavano per le colorazioni dei tessuti.

ore 12.00 – Scendiamo per il quartiere Livatera uno degli ultimi quartieri in ordine di tempo in epoca medievale. Si ritora per incontrare una piccola chiesetta:

ore 12.15 – La “Chiesetta dello Spirito Santo” del 1300 circa. Alcuni effigi fanno pensare ai cavalieri Templari e ai Catari protetti da questi.

Ma gli aspetti culturali si allargano ai giorni nostri, oggi oltre la natura a distinguersi in queste terre troviamo la fattura della lavorazione del formaggio e/o del pane, visitare i caseifici è sempre una esperienza suggestiva che va fatta una volta nella vita.

 

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La storia di Jemma

Come tutte le nostre storie, il legame che ha legato noi, una coppia catanese venuta ad abitare tra le montagne dei Nebrodi, e Jemma, a un bellissimo setter dagli occhioni dolci, è stato semplice e casuale. Jemma viveva  in un casolare abbandonato vicino casa nostra, veniva nutrita dal suo padrone in attesa che potesse avere l’età per imparare a cacciare e a portare al cacciatore la preda appena fucilata. Ogni sera al nostro rientro ci aspettava sul davanzale di quella casa, da un buco che lei era riuscita ad aprire per potersi affacciare al mondo. Sguardi e scambi di affettuosità fino ad arrivare al cibo che portavamo dal ristorante che gestiamo a Montalbano.  Poi è arrivato il grande giorno per Jemma, la sua prima caccia. Per voci di paese, le perfomance non erano state molto edificanti: agli spari Jemma fuggiva dall’altra parte terrorizzata! Riportata in casa, e sempre per voci di paese, era  destinata ad essere “licenziata”. Ci siamo offerti di poterla adottare e così è stato.  Bagno, veterinario, vaccini, microchip di riconoscimento sottopelle, ed una paziente relazione per potere convivere con noi umani sotto lo stesso tetto. Una “signorina” affettuosissima, per niente aggressiva, docile e fedele. Ci ha sempre ripagato così, per avere rinunciato ad un pezzo della nostra casa. Abbiamo deciso che la notte dormiva con noi in casa, e la mattina la si metteva fuori, per poter muoversi nel quartiere come accadeva fino a qualche tempo fa, insieme a muli e asini,  posteggiati davanti le case del paese in attesa di ripartire per il lavoro o un viaggio, insieme a galline e galli, che scorazzavano per le stradine del borgo medievale ecc.. Jemma è amica di tutti, conosce tutti nelle case abitate, e accetta la generosità di un pezzo di pane, un osso, un pezzo di carne, un po di pasta offertagli dai paesani. Ed ha sempre una parolina affettuosa da parte di Tutti; Lei ricambia, con un sorriso dolce, occhi teneri e la coda scodinzolante. Fa sempre bene a tutti contraccambiare per tanto reciproco  amore. Poi sono venuti i primi calori e Spank, un barboncino senza palle, che noi avevamo precedentemente adottato, è stato inutilmente irrequietissimo. Il primo calore, scampato pericolo! abbiamo cercato di tenerla in casa il piu possibile. Al secondo calore abbiamo visto un seguito di cani maschi dietro la nostra porta di casa e abbiamo cercato di tenerla in casa il piu possibile.. Alcuni dei pretendenti erano bellini, piccoli e pelosi, altri palestrati e rozzi, e altri timidi, innamorati e molto, molto sprovveduti. Lui Brown,  un setter timido, bianco e marrone, l’aspettava ogni mattina sotto l’arco di Giovan Guerino, immobile e ansioso di poterla rivedere! Quache volta ci è scappata di casa ed è stata via qualche giorno. Un giorno ero seduto allo Spirito Santo, ed è venuta a trovarmi  insieme a Lui, Brown: “Grazie della presentazione Jemma, ma adesso torniamo a casa..!”” Qualche giorno dopo rientra a casa e la chiudo evitando ancora che potesse uscire. Dopo sessanta giorni arrivano i cuccioli, 8 cuccioli. bellissimi. Ma del “Timido e molto sprovveduto papà setter” neppure la traccia, sparito!  Costruiamo un riparo in una casetta a noi vicina e trasferiamo Cuccioli e mamma, dopo qualche settimana.   Adesso hanno quasi sessanta giorni sono bellissimi e affettuosissimi, cè Poldo il furbastro, Timidina, Barilotta, Bandita, ecc. Ne mancano Due, Qualcuno se li è presi, Speriamo che li trattino bene!.

Adesso i cuccioli di Jemma cercano padroni affettuosi con cui condividere una avventura quotidiana di vita giocosa e fedele. E noi li regaliamo con piacere a chi li volesse adottare! Rosaria 3467654897 e Silvio 3467654899.

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Il Bosco Malabotta, il bosco più antico della Sicilia

La Riserva Naturale Orientata del Bosco di Malabotta si estende per circa 3.220 ettari circa tra i Monti Nebrodi e i Peloritani. Su una quota intorno ai 1300 s.l.m. si riscontra una vegetazione ricca e fiorente, alberi centenari di Cerro cosiddetti “patriarchi”, esemplari ultracentenari di Cerro.


Si racconta che il suo nome abbia avuto origine da una battuta che il nobile proprietario espresse dopo averlo perso in una giocata a carte tra nobili: “Che Malabbotta”!!. Il Bosco di Malabotta è punteggiato da numerose alture: Pizzo Castelluzzo, Serra Castagna, Pizzo Daniele e Pizzo Galera tutti rivestiti di fitto bosco,infatti per circa 80 ettari domina il Cerro (Quercus cerris), quercia dal portamento regale che può raggiungere i 30 metri d’altezza e di cui in cima a monte Croce Mancina esistono esemplari con tronco di circa due metri di diametro. Oltre a una vegetazione di sottobosco di Peonie, Biancospino, Ginestra e rosa canina, Euphorbie spp., , ecc. nei torrenti e ruscelli troviamo Mappaun sottobosco, di Felci, all’ombra dei Pioppi Neri e Salici, che costeggiano i torrenti Licopedi, Pistone e Fontanazza. Anche la fauna ricca di Gufi, Falchi, Barbagianni, Sparvieri, Martore, Volpi, Gatti Selvatici, Ghiri, Donnole,Topi Quercini, ecc. e’ presente anche ll’Aquila Reale.

Un panorama unico, dallo straordinario valore geomorfologico, ospita nella porzione Nord-orientale il sito megalitico dell’Argimusco, e una storia che risale a tempi preistorici.

Tra i sentieri piu interessanti proponiamo:

Molti i percorsi come le strade sterrate, sono dotate di punti informativi, aree attrezzate e piste ciclabili, che si prestano facilmente agli sport di montagna o anche alle semplici passeggiate.

  1. “Sentiero dei Patriarchi” (3,5 km), dopo aver raggiunto l’ex-caserma forestale,
  2. Il sentiero della“Trota” (10,5 km) che bordeggia il torrente Licopedi al centro della Riserva.
  3. Il “Sentiero di Federico II” seguito dall’imperatore per le sue battute di caccia, tra Monte Fontana Scavi e Monte Cerreto;
  4. il “Sentiero Pittari” (5,9 km)  sul versante meridionale, tra Pizzo Paolo e Punta dell’Aquila;
  5. il “Sentiero Faggita” (2 km circa) e il “Sentiero Vuturi” che aggira Monte Croce Mancia fino Portella Malpertuso, ricongiungendosi con l’ingresso di Malvagna.
  6. Il “sentiero dei Tholos e/o Cubburi” costruzioni in pietra a secco della forma agli igloo eschimesi, sorgono ancor oggi nelle contrade : Preda, Monte Castellazzo, Piano Danzi, Portella Zilla, Polverello, Taffuri, Pellizzaro e Monte delle Cerase.
  7. E poi ci sono i punti di affaccio sulla valle dell’Alcantara, o su Rocca Novara, ecc.
  8. Ogni stagione ha le sue peculiarità e ci si puo inoltrare nel Bosco per trovare luoghi che lasciano incantati;
  9. La nostra cooperativa Handmade vi propone una giornata con visita al Bosco compreso del pranzo al nostro agro-ristorante. Tel. 0941 1930688 – 3467654897
  10. La coop. Handmade ha sede in Montalbano Elicona e fa parte del Network “Rifugi Naturalistici” promossi dal Centro Parchi Nazionale.
  11. La Handmade ha un servizio Guide Naturalistiche che si possono contattare al 3467654899 (si Consiglia di lasciare un messaggio su Wapp per essere ricontattati, grazie); Oppure per avere organizzato la vostra permanenza con Vitto e alloggio e Tour guidati, contattate la nostra Agenzia Viaggi “Montalbano experience” al 3467654897.

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Il Fiume Elicona e la Natura a Montalbano sui Nebrodi

I nostri percorsi lungo sentieri nel letto del Fiume Elicona, nei boschi, antiche trazzere lastricate ovvero le “strade regie” ci conducono a scoprire le Bellezze di questi posti sui Nebrodi. Sono percorsi di difficoltà facile, media e difficile, visitatori lungo percorsi attraverso la vegetazione meravigliosa, lungo il letto del fiume Elicona, osserviamo le gurne ampie zone d’acqua ricche di trote selvatiche e granchi di acqua dolce, e una vegetazione ripariale florida e spettacolare. Con il rispettoso silenzio di chi non vuole indavedere, scopriamo la presenza di uccelli dai passeri ai corvi, al nibbio e al Barbagianni, la civetta, il picchio, ecc. Incontriamo le mucche, le pecore e capre che pascolano liberamente e si abbeverano lungo il corso dell’acqua.

L’itinerario naturalistico lungo il fiume Elicona  (significa tortuoso) offre al visitatore oltre che una bella passeggiata nella natura spunti per conoscere la sua storia e la storia di tante persone del paese di Montalbano Elicona che lo hanno frequentato. Il Fiume nasce tra l’Argimosco e la zona dei Losi scende, e costeggia il monte su cui sorge il paesino di Montalbano, fino al mare Tirreno tra Falcone e Tindari.

Dati sull’Itinerario: Livello di difficoltà: E(scursionistico);

Dotazione personale occorrente:  scarponcini, pantaloni e giacchetta impermeabile; Acqua, qualche semino di frutta secca;

L’itinerario si sviluppa all’interno di sentieri, per il primo tratto su un antico lastricato circa 1000 mt. traccia “Gambarella”, la caminata segue la traccia “Maletto” per poi attraversare un ponticello e inoltrarsi nel percorso nel bosco e nel letto del Fiume circa 2000 mt.. Questo secondo tratto richiede una certa preprazione fisica, si seguono i sentieri del pascolo e poi all’interno del letto del fiume tra una cascatella e un altra, spesso bisogna affrontare la vegetazione fitta e il letto del fiume seguendo i passaggi delle pietre affioranti. 

Al primo tratto si puo godere del paesaggio e della natura. Il lastricato che risale probabilmente al periodo 1600 era molto utilizzato dalla gente del paese perche collegava nella piu via piu breve il paese al fiume. La presenza dei Mulini lungo il fiume e nel nostro percorso ne incontremo tre costituiva una mèta, generalmente a dorso di mulo, di tutti coloro che dalle proprie riserve di granaglie prelevavano qualche sacco per farne farina e Pane per la sopravivenza. Le donne facevano il bucato nell’acqua del fiume e li asciugavano al sole in una grande pietra denominata “Chiappazza” e talvolta prendevenano l’acqua per il fabbisogno della casa, ripercorrendo il tratto dal Paese al fiume piu volte al giorno.

Gli uomini portavano le bestie a bere e raggiungevano, al di la del fiume e per attraversarlo si guadava, gli appezzamenti che coltivavano, oppure si apprestavano passaggi provvisori con dei tronchi che puntualmente venivano portati via dalle piene del fiume in occasioni di piogge torrenziali. i bambini giocavano al fiume e facevano anche il bagno in estate.  Quando il freddo di gennaio e febbraio si faceva sentire si preferiva scendere al fiume che dislivella 170 mt, dal Paese e lavorare i terreni in basso vicini al fiume piu caldi. Ma il tratto del sentiero Gambarella era molto frequentato per via del Grano da molire.

Era un via vai di Muli Chi andava al lavoro, chi andava a molire, chi andava a lavare i panni, chi a prendere l’acqua per la casa.  Oggi è un sentiero solitario, frequentato da qualche mucca, e animale selvatico. Ma le storie dei tempi antichi si possono percepire ancora.

Risalendo il Fiume si incontra un primo mulino, questi funzionavano con le ruote Orizzontali  la cui rotazione era determinata da un getto d’acquala cui acqua veniva prelevata da un punto piu in alto del fiume e convogliata attraverso la “Saia” in un cono in pietra la cui punta si proiettava sulla ruota dotata di tasche per accogliere la forza cinetica. Alla ruota era collegata la macina in pietra.  Si ritorna sul letto del fiume e si risale e si incontra un secondo e poi un terzo mulino ” Mulino della Chiappazza” dove si sosta per poter pranzare oppure riposare prima di intraprendere dopo il passaggio del “Ponte di Ferro” la traccia Gambarella”. 

Obiettivo di tale itinerario:  Ripercorrere le fatiche di un tempo che spesso erano legate al bisgono di sopravivenza, dove la vita era caratterizzata dal lavoro in mezzo alla Natura e la casa rappresentava un rifugio per la notte e il riposo, prima di riprendere il giorno dopo la vita di montagan quotidiana.  Solo le feste comandate erano l’ccasione di potersi incontrare con gli Altri e vivere la Comunità del Paese. Malgrado le fatiche cera tanta voglia di vivere, si procreava, e si sperava in una vita migliore. La natura, la Bellezza, e l’armonia era il contesto in cui si viveva e si traeva forza e speranza.

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I nostri prodotti hanno avuto riconosciuto il marchio “Biologico”

Un altro obiettivo è stato raggiunto dalla nostra coop. sociale Handmade Montalbano Elicona.

La HandMade dopo solo hanno, con un procedimento celere che ha tenuto conto:

  • della naturalità dello stato iniziale dei nostri noccioleti, abbandonati da almeno 15 anni, 
  •  delle tecniche di coltivazione della nostra azienda
  • della metodologia di  produzione dei nostri derivati dalle nocciole,
  • la regolarità delle nostre etichette

ha avuto il riconoscimento ufficiale da parte degli organismi di controllo di Suolo e Salute di coltivazione e trasformazione in BIOLOGICO ottenendo la certificazione N. 51307!

Il marchio di “Biologico” presente  su tutta la nostra filiera:  nocciole, trasformati delle nocciole e le creme le nocciole è il riconoscimento del  nostro impegno verso la nostra “Madre Terra”; di un amore faticoso in controtendenza, ma siamo consapevoli di quello che la Terra riesce a ricompensarci!

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