Eventi

Una Passeggiata al Centro di Taormina

Il Centro di Taormina:

S i raggiunge in 45 minuti di macchina partendo dal Nostro B&B ed è una mèta che si completa nel pomeriggio con un bagno all'”Isola Bella”

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Taormina conosciuta nel mondo per la sua storia. Sin dalla sua fondazione ha goduto dell’ammirazione di Tutti, sempre visitata e vissuta, isola nell’isola, ha avuto una storia particolare

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Una gita nel Parco dei Nebrodi

I Nebrodi, assieme alle Madonie ad ovest e ai Peloritani ad est, costituiscono l’Appennino siculo. Essi s’affacciano, a nord, direttamente sul Mar Tirreno, mentre il loro limite meridionale è segnato dall’Etna, in particolare dal fiume Alcantara e dall’alto corso delSimeto.
Notevole è la escursione altimetrica, che da poche decine di metri sul livello del mare raggiunge la quota massima di 1847 metri di Monte Soro. Altri rilievi da segnalare sono laSerra del Re (1754 metri), Pizzo Fau (1686 metri) e Serra Pignataro (1661 metri).

le cime, che raggiungono con Monte Soro la quota massima di 1847 s. l. m., hanno fianchi arrotondati e s’aprono in ampie vallate solcate da numerose fiumare che sfociano nel Mar Tirreno. Ove però predominano i calcari, il paesaggio assume aspetti dolomitici, con profili irregolari e forme aspre e fessurate. È questo il caso del Monte San Fratello e, soprattutto, delle Rocche del Crasto (1315 m s.l.m.). I comuni ricadenti nell’area del parco sono 23: 18 inprovincia di Messina (Acquedolci, Alcara Li Fusi, Capizzi, Caronia, Cesarò, Floresta, Galati Mamertino, Longi, Militello Rosmarino,Mistretta, Sant’Agata di Militello, Santa Domenica Vittoria, San Fratello, San Marco d’Alunzio, Santo Stefano di Camastra, San Teodoro, Tortorici, Ucria), 3 in provincia di Catania (Bronte, Maniace, Randazzo), 2 in provincia di Enna (Cerami, Troina).

Flora

Paesaggio del parco.

Raro esemplare di Petagnaea gussonei specie relitta del Parco dei Nebrodi

La vegetazione del parco dei Nebrodi è caratterizzata da differenti tipi di vegetazione sia in funzione della fascia di altezza sul livello del mare che da altri fattori fisici e ambientali.

Nella fascia litoranea e nelle colline retrostanti, fino ai 700-800 metri s.l.m., cosiddetta fascia termomediterranea la vegetazione è rappresentata da boschi sempreverdi di sughera (Quercus suber) alternata a zone di macchia mediterranea che comprende specie quali l’Erica arborea, la ginestra spinosa (Calicotome spinosa), il corbezzolo (Arbutus unedo), il mirto (Myrtus communis), l’euforbia (Euphorbia dendroides), il lentisco (Pistacia lentiscus) ed il leccio (Quercus ilex).

La fascia vegetativa al di sopra, fino alla quota di 1000–1200 m s.l.m.(cosiddetta fascia mesomediterranea), è costituita da formazioni diboschi caducifogli in cui dominano le quercete di Quercus gussonei, specie affine al cerro ma da questo ben distinta morfologicamente, e, sul versante meridionale, da un particolare tipo di roverella, Quercus congesta. In alcune aree, come nel territorio di San Fratello si rinvengono inoltre lembi di lecceta mentre le aree non forestate sono occupate da arbusteti in cui si annoverano il prugnolo (Prunus spinosa), il biancospino (Crataegus monogyna), la Rosa canina, la Rosa sempervirens, il melo selvatico (Malus sylvestris), Pyrus amygdaliformis e Rubus ulmifolius.

Oltre i 1200 si entra nella zona propriamente montana (cosiddetta fascia supramediterranea) dove sono insediate estese formazioni boschive a cerreta e a faggeta. È questo il limite meridionale dell’areale del faggio (Fagus sylvatica). Un altro elemento peculiare è rappresentato dalla presenza dell’acero montano (Acer pseudoplatanus), di cui è segnalato un esemplare alto 22 m e con una chioma di 6 m di circonferenza, annoverato tra gli alberi monumentali d’Italia. Il sottobosco rigoglioso presenta svariate specie di piante tra le quali vi sono l’agrifoglio (Ilex aquifolium), il pungitopo (Ruscus aculeatus), il biancospino (Crataegus monogyna) e il tasso (Taxus baccata). Quest’ultima specie è presente, all’interno del bosco della Tassita, con esemplari maestosi che raggiungono i 25 m di altezza.

Numeroso il contingente delle specie endemiche tra cui si annoverano la Genista aristata, che popola la fascia termomediterranea, laVicia elegans, una leguminosa rinvenibile nel sottobosco della fascia mesomediterranea, la Petagnaea gussonei, rarissima umbellifera, localizzata esclusivamente nel vallone Calagna (Tortorici) e in pochissime altre stazioni in prossimità di torrenti.

Fauna:

 Un tempo regno di cerbiatti (così come di daini, orsi e caprioli), i Nebrodi (il cui significato deriva dal greco Nebros, che vuol dire appunto cerbiatto) costituiscono ancora la parte della Sicilia più ricca di fauna, nonostante il progressivo impoverimento ambientale. Il Parco ospita comunità faunistiche ricche e complesse: numerosi i piccoli mammiferi, i rettili e gli anfibi, ingenti le specie d’uccelli nidificanti e di passo, eccezionale il numero d’invertebrati.

Tra i mammiferi si segnala la presenza del suino nero dei Nebrodi, del cinghiale (Sus scrofa), della volpe (Vulpes vulpes), dell’istrice (Hystrix cristata), del riccio (Erinaceus europaeus), del gatto selvatico (Felis silvestris), della martora (Martes martes), della donnola (Mustela nivalis), della lepre (Lepus corsicanus), del coniglio (Oryctolagus cuniculus) e, anche se molto rarefatta, del ghiro (Glis glis), dell’arvicola di Savi (Microtus savii), del topo selvatico (Apodemus sylvaticus), del moscardino (Muscardinus avellanarius), del toporagno di Sicilia (Crocidura sicula), del mustiolo (Suncus etruscus) e del quercino (Eliomys quercinus).

Tra i rettili la testuggine comune (Testudo hermanni) e la testuggine palustre siciliana (Emys trinacris), il ramarro occidentale (Lacerta bilineata), la luscengola (Chalcides chalcides) e il gongilo (Chalcides ocellatus), e numerose specie di serpenti tra cui il biacco (Hierophis viridiflavus) e la natrice dal collare (Natrix natrix).

Tra gli anfibi sono presenti il discoglosso (Discoglossus pictus), il rospo smeraldino siciliano (Bufo siculus) e la rana verde minore (Rana esculenta).

Sono state classificate circa centocinquanta specie d’uccelli, fra i quali alcuni endemici di grande interesse come la Cincia bigia di Sicilia ed il Codibugnolo di Sicilia. Le zone aperte ai margini dei boschi offrono ospitalità a molti rapaci come lo Sparviero, la Poiana, il Gheppio, ilFalco pellegrino, e l’Allocco mentre le aree rocciose aspre e fessurate delle Rocche del Crasto sono il regno dell’Aquila reale. Il Tuffetto, la Folaga, la Ballerina gialla, il Merlo acquaiolo ed il Martin pescatore preferiscono le zone umide, mentre nelle aree da pascolo non è difficile avvistare la ormai rara Coturnice di Sicilia, la Beccaccia, l’inconfondibile ciuffo erettile dell’Upupa ed il volo potente del Corvo imperiale. Tra l’avifauna di passo meritano d’essere citati il Cavaliere d’Italia e l’Airone cinerino (Ardea cinerea).

Ricchissima è infine la fauna d’invertebrati. Ricerche scientifiche recenti hanno portato a risultati sorprendenti: su seicento specie censite riguardanti una piccola parte della fauna esistente, cento sono nuove per la Sicilia, venticinque nuove per l’Italia e ventidue nuove per la scienza. Tra le forme più rilevanti sotto l’aspetto paesaggistico, si citano le farfalle (oltre settanta specie) ed i Carabidi (oltre centoventi specie).

Itinerari di interesse:

Parco dei Nebrodi - Rocche del Crasto05.JPG

È un massiccio roccioso di natura calcarea dell’era mesozoica ricadente nel territorio dei comuni di Alcara Li Fusi eSan Marco d’Alunzio. Rappresenta un raro esempio di rocce dolomitiche nell’Italia meridionale.
Sui suoi fianchi scoscesi ed inaccessibili nidificano l’aquila reale ed il grifone.

Catafurco01(Parco dei Nebrodi).JPG

È una cascata che si forma in corrispondenza di un dislivello di circa 30 m lungo il corso del torrente San Basilio. Alla base della cascata le acque si raccolgono in una cavità naturale, scavata nella roccia, chiamata Marmitta dei Giganti, dove, nella bella stagione, è possibile bagnarsi.[1].
  • Cascate di Mistretta Si trovano nel territorio di Mistretta. I salti totali sono sette. Il più grande, la Cascata Pietrebianche è alto oltre 33 metri, mentre gli altri hanno un’altezza inferiore.
  • Bosco della Tassita (1347 m s.l.m.)
    È un’area boschiva di circa 50 ha, situata nel territorio del comune di Caronia, popolata da vetusti esemplari di Taxus baccata di ragguardevoli dimensioni.
  • Monte Soro (1847 m. s.l.m.)

Montesoro.jpg

È la vetta più alta dei Nebrodi, da cui si gode un panorama vasto ed indimenticabile: a nord la costa tirrenica e le isole Eolie; ad est la Serra del Re e imonti Peloritani; a sud-est l’Etna; a sud i Monti Erei e ad ovest le Madonie. Ospita un esemplare monumentale di acero montano (Acer pseudoplatanus), alto 22 metri e circa 6 metri di circonferenza.

Lagobiviere.jpg

È uno specchio d’acqua di circa 18 ha, circondato da una fitta faggeta, ricadente nel territorio del comune di Cesarò. È la zona umida d’alta quota di maggior valore naturalistico della Sicilia, punto di riferimento per numerose colonie di uccelli acquatici che vi fanno sosta durante le migrazioni.

Lagomaullazzo.jpg

È un piccolo lago artificiale di circa 5 ettari ricadente nel comune di Alcara Li Fusi, posto alle pendici di Monte Soro, realizzato intorno agli anni 80 dalla Forestale.

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La “Villa Romana” di Piazza Armerina

La Villa Romana:

S i raggiunge in 1 e 30 minuti di macchina partendo dal Nostro B&B ed è una mèta che si completa nel pomeriggio con La Villa Romana di Piazza Armerina.

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Morgantina è ancora una città per lo piu sepolta. Sepolta sotto uno strato di fango e terra ma lo è di piu nei nostri libri di storia, nella consapevolezza comune. Studiosi americani sono venuti da quarant’anni e ne hanno fatto campagne di scavi scoprendo oggetti di immenso valore come La “Venere di Morgantina” bellissima un oggetto che ci contendiamo con i musei americani.

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Morgantina, una città tra le piu antiche e meno conosciute dell’Impero Romano

Morgantina:

S i raggiunge in 1 e 30 minuti di macchina partendo dal Nostro B&B ed è una mèta che si completa nel pomeriggio con La Villa Romana di Piazza Armerina.

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Morgantina è ancora una città per lo piu sepolta. Sepolta sotto uno strato di fango e terra ma lo è di piu nei nostri libri di storia, nella consapevolezza comune. Studiosi americani sono venuti da quarant’anni e ne hanno fatto campagne di scavi scoprendo oggetti di immenso valore come La “Venere di Morgantina” bellissima un oggetto che ci contendiamo con i musei americani.

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Le Chiese, le piazze, i Palazzi, e i monumenti di Catania e dei Paesini vicini

A Catania troviamo delle splendide chiede che risalgono dal Seicento al oggi. Si sono perse molte di Chiese ancora più antiche a causa del terremoto e delle colate laviche che per ben 7 volte hanno distrutto Catania.

Le chiese di Catania, e paesini vicini, le piazze, i palazzi e i monumenti…:

Tra le Chiese piu belle citiamo la Cattedrale situata davanti al Palazzo del Municipio.

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I porticcioli la pescheria e le spiagge di Catania.

 

I porticcioli la pescheria e le spiagge di Catania:

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Alle foci del Fiume Simeto

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La riserva del Simeto è una area protetta tra le piu belle per gli aspetti floristici e faunistici che si trovano.

Siamo partiti da Villa Ortensia alle ore 8.30. Percorrendo il lungo mare di Ognina, attraversiamo Catania dal lato sud e verso il porto costeggiando ” Gli Archi della Marina” al Porto. Il percorso si snoda lungo la strada della Playa, ricca di Lidi e alberghi lungo una spiaggia di sabbia che ha la caratteristica di avere i fondali bassi per circa 400 metri. I fondali ricchi di “telline” con cui si fanno dei piatti buonissimi.

Percorriamo la strada nazionale che porta a Siracusa per fermarci in zona “Ponte primo Sole” sul Fiume Simeto dove troviamo l’ingresso della Riserva Protetta della Foce del Simeto.

Abbiamo impiegato 20 minuti. Troviamo un presidio della Riserva, ci danno degli opuscoli descrittivi della fauna e della Flora, invitandoci a firmare il diario dei visitatori.

L’ingresso è gratuito. Saliamo da una scalinata che porta in una stradina dritta verso il mare, in terra battuta, e costruita sull’argine del Fiume Simeto.

Strada

Il paesaggio è subito di incanto. A destra si vede una vegetazione ripariale tipica dei Fiumi, canneti, cespugli dai mille colori, ancora non si vede lo scorrere dell’acqua, e i colori delle argille bagnate da una pioggia di qualche ora prima contrastano la inSentierotensità del verde dell’erba e del blu del cielo. Lo spettacolo è assicurato.

I colori, gli uccelli, il sole forte e intenso, si avverte il suono dello scorrere dell’acqua del Simeto.

A sinistra si vede l’Etna fumante e semicoperta da nuvole dalle forme strane, belle e qualcuna dall’aspetto inquietante, forse pioverà!

Etna

Si vede il cratere centrale che fuma, i rilievi rocciosi imponenti e piu in basso i boschi di castagno: SI affacciano da quelle alture i paesini etnei fino in basso alla città di Catania.

Scendiamo verso il mare e lo sguardo si ferma su qualche uccello, colombacci, anatre, Gazze, ecc. che sorvolano sul nostro andare. A Sinistra ci sono campi ancora coltivati a grano intervallati da una vegetazione a volte selvaggia e imponente, e poi ancora agrumeti di arance e limoni.

Mare foce Simeto

Si comincia a scorgere il fiume e ci si avvicina per sentirlo e scoprirlo. I colori della sua acqua sono come la sabbia. Ci pervade un silenzio naturale, solo il tremolio delle foglie, lo svolazzare degli uccelli, l’andare dell’acqua lento, uniti ai nostri passi, sono gli unici suoni che si avvertono.

Si comincia scorgere il lavoro dei pescatori sul fiume. Piccole barche per la pesca dell’anguilla. Barche che portano i visitatori nell’entroterra per visitare le terre di grano e di agrumi che lambiscono il fiume, che stanno ferme all’ancora sulla riva.

Etna

Natura viva e sofferta dalle esondazioni delle acque del fiume. L’inverno è alle spalle e la natura si prepara al meglio di sè.

Siamo giunti vicino al mare, altre barche, altri suoni si avvertono, la luce apre all’orizzonte spazi lontani, bellezza e tristezza allo stesso tempo, si avverte un pudore verso quella natura troppo vessata. Si vedono pescatori, bagnanti, visitatori, bambini e adulti in bici.

Barche

Ci si lascia accompagnare dalle onde del mare che risuonano sui nostri passi, oramai silenti. Passi e poi passi, sulla battigia, verso dove si vorrebbe scoprire la mèta. Sì, siamo arrivati alle Foci del Simeto. Si uniscono improvvisi, suoni, forme, colori del cielo, colori dell’acqua, colori della sabbia, odori, e gesti!

Affiorano ricordi, belli, brutti. Un attimo di bellezza pura, in mezzo a tanto osare, sguardi lontani, sapore del vento, sale sulle labbra, carezze sulla pelle della brezza del mare, sospiri. Respiro. silenzio. pace.

Mare

Ci si prepara al rientro. Un rientro, con un po di malinconia, si trova la forza di distaccarsi da attimi di tempo ritrovati, per tornare al nuovo giorno.

Uno sguardo sulla prossima mèta, L’Etna, superba, seducente e viva. Verrò a trovarti, verrò a cercarti, forza di vita, vetta e mèta di ogni andare.

Etna

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